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E' POSSIBILE DISCONOSCERE I GENITORI?

Avv. Alessandra Selmi
Come e quanto tagliare ogni legame dalla famiglia di origine: è possibile non risultare figlio del proprio padre o della propria madre?
«Disconoscere: non voler riconoscere una cosa per come è o appare; mostrare d’ignorarla». È questo, secondo la lingua italiana, il significato di tale termine.
Quando però lo coniamo in ambito legale, il disconoscimento ha sempre a che fare con i rapporti tra genitori e figli. Il genitore può disconoscere il figlio?
Solo il padre ovviamente, perché la madre è sempre certa.
Ma il figlio può disconoscere il padre o la madre? In questo caso, a meno che non si abbia il sospetto di essere nati da un’altra pancia o dal seme di un uomo diverso, il concetto di disconoscimento viene utilizzato in modo improprio: col significato cioè di non voler più avere “nulla a che fare” con i propri genitori. 
Il che può succedere per liti gravi, perché un padre non versa il mantenimento o perché una madre non vuole che la figlia si sposi col proprio ragazzo. 
Tagliare ogni legame con la propria famiglia di origine è un aspetto che coinvolge più i fatti che non il diritto: si tratta di un comportamento che non può essere formalizzato in alcun modo. Ma procediamo con ordine e cerchiamo di capire se è possibile disconoscere i genitori.
I genitori possono disconoscere i figli?
Come abbiamo appena detto, solo il padre può disconoscere il figlio. Se, ad esempio, il marito si accorge che la moglie lo ha tradito e che il figlio è in realtà nato dall’ unione carnale di lei con un altro uomo, può intentare un procedimento in tribunale per il disconoscimento. Lo stesso, a maggior ragione, può fare chi è semplicemente il partner
 (non sposato) di una donna: se, in prima battuta, questi è chiamato a riconoscere come proprio il figlio, ben potrebbe successivamente disconoscere il minore accorgendosi della realtà dei fatti.
Se il padre può disconoscere il figlio, non può certo farlo la madre, che è sempre certa. 
La madre però potrebbe esercitare l’azione di disconoscimento del padre se questi non lo fa, ossia sostenere che il figlio è nato da un altro uomo.
I figli possono disconoscere i genitori?
Veniamo al punto cruciale di questo articolo: un figlio può disconoscere i genitori? La risposta è assolutamente negativa. Anche se il padre o la madre si sono macchiati di crimini particolarmente gravi, il figlio non può tagliare i legami di sangue dalla famiglia di origine. Può però andare via di casa, allontanarsi e dimenticarli.
I doveri del figlio verso i genitori cessano infatti nel momento in cui questi va a vivere da solo, scelta che può compiere solo una volta raggiunti i 18 anni. 
Terminata la convivenza, il figlio non ha più alcun obbligo di rispetto o assistenza nei confronti dei genitori e quindi ben può tagliare ponti e legami.
Egli potrebbe addirittura, nei casi in cui la discendenza comporti per lui un danno, cambiare nome e cognome (si pensi al figlio di un mafioso che non vuol essere riconosciuto come discendente di questi). Tuttavia, ai sensi di legge, il figlio resterà sempre “figlio dei suoi genitori” e non di altri.
Addirittura la legge obbliga i figli ai cosiddetti «alimenti»: se uno dei genitori dovesse avere bisogno di assistenza perché si trova in condizioni economiche tali da compromettere la sua stessa sopravvivenza, e non ha il coniuge ad aiutarlo (perché morto o perché nelle sue stesse condizioni), l’obbligo scatta in capo ai figli.
I figli devono versare ai genitori gli alimenti, cioè i soldi necessari a garantirgli vitto e alloggio, pur sempre in proporzione alle rispettive capacità economiche.
Si possono diseredare i genitori?
Il concetto di disconoscimento viene spesso usato, nel gergo comune (ma impropriamente), nel senso di diseredazione. Il padre, nel disconoscere il figlio in un testamento, lo diserederebbe senza attribuirgli nulla. La legge però non consente né ai genitori di diseredare i figli, né ai figli di diseredare i genitori. 
Tanto gli uni quanto gli altri, infatti, sono eredi legittimari: ad essi cioè la legge riserva sempre una parte minima del patrimonio del defunto, anche contro la volontà di quest’ultimo. 
È possibile diseredare un figlio o un genitore solo in casi particolarmente gravi (ad esempio se uno tenta di uccidere l’altro o il coniuge o se tenta di falsificare il testamento).