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Sei di Carpi se..

IL SILENZIO DELLE CAMPANE

A.B. • giu 02, 2020
Il primo romanzo di 
Jessica Bianchi e Antonella De Minico
Possono suonare o stare in silenzio, ma evidentemente le campane esercitano una forte suggestione. Il rimando immediato va a Ernest Hemingway con il suo indimenticabile “Per chi suona la campana” ispirato da una meditazione di John Donne, “… and therefore never send to know for whom the bell tolls. It tolls for thee”. Chissà se è stata la letteratura anglo-americana a ispirare il titolo del romanzo d’esordio di Jessica Bianchi e Antonella De Minico, giornaliste, amiche, che hanno pubblicato recentemente “Il silenzio delle campane” o la consapevolezza che nessun uomo è un’isola.

 Il terremoto del 2012 rappresenta il momento di svolta di varie vite: Emma e Carlo, sposati da 40 anni, uniti da un lutto ma un segreto è pronto a spezzare ogni equilibrio. Poi ci sono Anna, donna sola e madre anaffettiva e le sue figlie, Francesca e Alessia, diverse eppure simili nell’essere entrambeferite, spaventate, alla ricerca di un padre fuggito troppo resto da loro per inseguire un’altra donna.
 Esistenze come tante, con la provincia emiliana come sfondo. Poi arriva il nostro “Big One”, che ha demolito case, fabbriche, scuole, chiese, che ha raso al suolo le nostre certezze. Il terremoto, come tutti gli eventi di quella portata scombussola la quotidianità, rimescola le carte e quello che sembrava eterno crolla, ma è altrettanto vero che quanto è stato abbattuto può essere ricostruito, forse addirittura meglio. Poi la domanda, quella solita, che ci poniamo un po’ tutti davanti alle tragedie collettive o ai dolori individuali: dov’era Dio quando è successo quel dramma che, tra le tante cose, ha lasciato mute le campane?

Nel romanzo delle due autrici carpigiane ritroviamo il nostro smarrimento di quei giorni che sembrano lontani anni luce da questo tempo di altri cambiamenti, addirittura più forti di allora, ma la memoria ritorna, si rifanno strada i ricordi. Paura certo, fatica, frustrazione, ritardi inaccettabili di una ricostruzione laboriosa dove niente può essere dato per scontato. Ma bisogna andare avanti, il richiamo della vita è forte anche se la stanchezza, soprattutto dei vecchi, fa pensare che non c’è tempo per ricominciare un’altra volta.
Il romanzo ci riporta a un’esperienza che ci ha toccati profondamente, e leggerlo proprio in questo periodo può essere di aiuto per capire cosa stiamo vivendo, cosa potrà succedere, cosa ci potrà accadere adesso, dopo questa grande paura. Si è sempre impreparati davanti ai drammi, e quelli di una portata come questi che abbiamo vissuto e stiamo vivendo ci costringono a ripensarci come individui e come società.
Jessica, che quel terremoto l’ha vissuto come persona e come giornalista, spiega che “in queste pagine abbiamo voluto raccontare storie piccole, storie comuni; quello che accade, accade dentro, non fuori. Il vero protagonista è il terremoto emotivo che ha scosso tutti, a partire dai nostri personaggi. Carpi e la Bassa sono lo sfondo, ma credo che questo libro si rivolga ben oltre i nostri confini”.

Otto anni dopo il sisma esce questo romanzo che ha richiesto tempo per la sua elaborazione e anche perché, le due autrici, hanno voluto pubblicarlo con chi ha creduto ed investito su questo progetto editoriale e, come precisa Jessica Bianchi, “tutto ciò ha richiesto tempo”. 
 Il silenzio assordante può diventare un generatore di cambiamento. Jessica e Antonella ci conducono per mano, con fermezza e delicatezza insieme, verso quella voglia di futuro indispensabile per superare i traumi, qualunque essi siano. Senza sforzo, senza fatica, spesso senza dolore non si va avanti nella vita. E solo allora quelle campane rimaste mute torneranno a suonare. Per te. Per noi. Per tutti e ciascuno.
(Il silenzio delle campane, Jessica Bianchi e Antonella De Minico, Round Robin Editrice, 184 pagine, 1 4 euro)
A.B.
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