Investimento, quanto mi costi.
‘Dottore, lei non sa, quanto mi è costato questo investimento’. ‘Investire oggi non conviene, sono solo costi e non si guadagna niente’.
Sono partito da queste due semplici frasi che ricorrono sulla bocca e nella testa delle persone. Oltre a capire la differenza tra prezzo e valore, argomento di cui potrei parlare in futuro, proviamo ad approfondire i costi che gravano nella gestione dei nostri denari.
Quelli più evidenti sono i costi una tantum, quei costi che ci possono essere applicati al momento della sottoscrizione dell’investimento o i quelli di uscita dell’investimento alla scadenza. È utile porsi alcune domande, ad esempio, se l’importo che stiamo pagando è il massimo o se potrebbe essere scontato. Se il prezzo che ci viene applicato è comprensivo di tutti i costi o se ci sono “asterischi” a piè pagina.
Vi sono poi i costi correnti dati dall’acquisto e dalla vendita degli strumenti sottostanti al prodotto stesso a cui sono da sommare i costi che annualmente il gestore sostiene per scegliere e amministrare gli investimenti.
Infine possono essere presenti oneri accessori. Le commissioni di performance, che possono essere trattenute dall’investimento, se i risultati superano il parametro di riferimento definito dal contratto iniziale. E commissioni di over performance, queste sono ulteriori caricamenti che possono essere addebitati al momento dell’uscita dall’investimento su cui, se prevista potrà essere trattenuta un’ulteriore percentuale calcolata sul rendimento finale.
Come si può facilmente cogliere non è facile considerare tutte queste spese per prendere la decisione giusta. Comparare cose diverse rende ulteriormente complessa la scelta.
Infine i costi sono da valutare nella loro incidenza fin dall’inizio dell’investimento per capire la redditività che ci possiamo attendere ed evitare che le nostre aspettative vengano tradite alla fine.
Flavio Lodi
Private Banker