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“L’estate che sciolse ogni cosa” di Tiffany McDaniel, Edizioni di Atlantide

Gisella Sillingardi • gen 27, 2021

Il libro consigliato da 

Gisella Sillingardi

“L’estate che sciolse ogni cosa” di Tiffany McDaniel, Edizioni di Atlantide

Me lo consigliò tempo fa una compagna di scrittura dell’Habitat di Soliera, Manila, a sua volta consigliata dal libraio indipendente della sua città. 
Manila mi sta simpatica, è molto più giovane di me, ma abbiamo gusti affini nelle letture e negli incontri mensili (purtroppo da tempo abbandonati) ho sempre provato piacere ad ascoltarla e a guardare il suo bel volto sorridente, che contrasta con i suoi gusti un po’ dark.
Ho fatto bene a seguire il suo consiglio.
Varrebbe la pena elogiare questo libro anche solo per il titolo, la dedica e per l’incipit, fulminanti, se non fosse che lo ritengo uno dei libri migliori letti nel corso del 2020.
Altrettanto strano, spiazzante, spaventoso, straziante come è stato l’anno della pandemia, in cui tutto è irrimediabilmente mutato, anche il modo di trovare la bellezza nelle piccole cose. Come appunto la lettura di una storia.
Tiffany McDaniel è una delle voci più interessanti del mondo letterario nordamericano contemporaneo. Importanti critici l’hanno accostata a grandi nomi del passato, tra i quali Shirley Jackson, e “L’estate che sciolse ogni cosa” è stato definito il primo grande romanzo gotico di formazione del XXI secolo.
La storia si svolge a Breathhead, Ohio, nel 1984. L’anno in cui si svolge la trama del capolavoro di George Orwell, l’anno della scoperta dell’HIV, l’anno in cui morì Marvin Gaye, l’anno del grande caldo, l’anno in cui la Apple lanciò il Macintosh. 
Un giorno si presenta il diavolo in persona rispondendo all’invito ricevuto da Autopsy Bliss, avvocato e padre del protagonista, Fielding.
Satana veste i panni di un tredicenne dalla pelle nera e dagli occhi verdi “come foglie di luglio illuminate dal sole”.
Ogni capitolo è anticipato da una citazione dal “Paradiso perduto” di John Milton (“il poeta dalla parte del diavolo, senza saperlo” come lo definì William Blake).
La prosa di Tiffany è cruda e poetica al contempo, strabiliante nella capacità di creare metafore visive sempre nuove. Si scopre ogni volta un modo sorprendente di raccontare un viso, un panorama, un gesto. Anche la traduzione perfetta contribuisce a rendere godibile ogni pagina.
Ho avuto la fortuna di partecipare a una conferenza Zoom con Tiffany in collegamento dall’Ohio lo scorso 8 gennaio ed ero convinta che avrei trovato una giovane donna un po’ antipatica. Avevo guardato le sue foto sul web e mi ero fatta l’impressione di una persona un po’ rigida, seriosa, spocchiosa. Invece è una ragazza adorabile, che fa la prima stesura a penna (lo trovo terribilmente romantico) e gira con un quadernetto per segnarsi idee e sensazioni. Ha parlato del suo bisogno di immergersi nella natura (che in Ohio deve essere strepitosa) per trovare l’ispirazione e in questo l’ho sentita molta vicina. 
Negli ultimi anni ho preso la cattiva abitudine di fare le orecchie nelle pagine in cui trovo pensieri che mi colpiscono, che mi prendono le viscere, nei quali a volte mi riconosco (e vorrei essere stata io a scrivere). Dalla mia preistoria di lettrice ho sempre sottolineato certi passaggi, per fermare nel tempo quel momento, ritrovare magari a distanza di anni la vecchia me e riafferrare le emozioni e i pensieri di un tempo lontano. Devo però riconoscere che l'orecchia, rigorosamente in alto, presenta una certa praticità. Un tempo lo consideravo alla stregua di un gesto del demonio e chi seviziava i libri in questo modo una bestia di Satana, ma con l’età sto diventando più indulgente ai dogmi autoimposti e mi concedo grandi libertà (anche quella di abbandonare una lettura se proprio fatico a procedere).
Tra le orecchie di “L’estate che sciolse ogni cosa” riporto questa: “Ogni amore conduce al cannibalismo. Ora lo so. Prima o poi i nostri cuori divoreranno, se non l'oggetto del nostro affetto, noi stessi.”
Questo libro è stata una delle esperienze più strane vissute negli ultimi mesi.
Un gioiello prezioso.
Manco a dirlo ho acquistato anche gli altri due romanzi di Tiffany pubblicati in Italia sempre da Atlantide (casa di editrice di nicchia di libri che sono anche un piacere per gli occhi e per il tatto). Li sto conservando per leggerli in un momento speciale perché voglio godermeli fino all’ultima parola (mi devo prima depurare da una lettura pesantissima, un romanzo sopravvalutato, che mi ha irritato nel profondo, un atto di autolesionismo bello e buono che ho fatto nei confronti di me stessa: “Una vita come tante” di Hanya Yanagihara).
Oltre all’edizione classica (carta super, tiratura numerata, copertine che cambiano colori in base alle edizioni,...) è uscito anche nell’edizione blu (corrisponde all’economica).
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