Manfredi

Sei di Carpi se..

Quinto comandamento,

il nuovo romanzo storico di Valerio Massimo Manfredi

L'autore, presente al Wired Next Fest di Firenze il 30 settembre, esce per Mondadori con una storia di fede e violenza, ambientata nel Congo degli anni Sessanta,

e delineando una nuova figura di eroe

Valerio Massimo Manfredi è uno dei divulgatori culturali più noti al pubblico italiano. Usiamo il termine “divulgatore” perché attraverso di lui, la cultura, si è espressa a più livelli: Manfredi, professore e archeologo, ha scritto saggi storici, sceneggiature per cinema e televisione; come presentatore tv ha condotto programmi come Stargate –


Linea di confine, ed è autore di romanzi che hanno raggiunto oltre 15 milioni di lettori. Le sue opere più note riguardano due grandi personaggi dell’antichità, Ulisse, con la saga Il mio nome è Nessuno, e Alessandro Magno, con la saga Aléxandros.

Quinto comandamento, il suo ultimo romanzo, edito da Mondadori, e di cui Manfredi parlerà al Wired Next fest di Firenze dove sarà ospite il 30 settembre, racconta sempre una vicenda calata nella storia e il cui protagonista è un personaggio che per certi versi possiamo considerare eroico, solo che la storia raccontata qui è più recente di quella di Alessandro e Ulisse, poiché riguarda gli anni Sessanta del secolo scorso, quel momento delicato che vide l’emancipazione del Congo dal colonialismo belga e, contemporaneamente, l’emergere di disordini e violenze in cui alla sete di potere si sono mescolate le rivendicazioni razziali.


Per quanto riguarda il protagonista, si tratta di un padre saveriano inviato come missionario in Congo che sarà costretto a impugnare, oltre che la croce, il fucile, e ad affiancare alla fede la violenza necessaria a salvare se stesso e il prossimo. Egli viene a contatto con le tribù locali, ne conosce i codici sociali che, a tratti, si applicano con violenze terribili e il sacrificio umano, diventa amico di Louis, un padre che abbandona la fede per l’amore, e vive quasi in presa diretta eventi terribili come l’omicidio di Patrice Lumumba, primo ministro congolese per pochi mesi, prima di venire ucciso, fatto a pezzi e disciolto nell’acido.


Il padre Marco Giraldi del romanzo, è un personaggio realmente esistente. Come specifica Manfredi stesso, nella “nota dell’autore”, si tratta di un uomo che ha davvero vissuto in Congo in uno dei momenti più tragici della storia di questo Paese e che si è trovato costretto a prendere decisioni che stridevano con il suo ruolo di uomo di fede (e di pace). In un momento in cui tutti fuggivano, egli è rimasto e, insieme ad altri compagni raccolti per strada, ha messo insieme un gruppo chiamato Quinto comandamento. Un nome che nel lettore non può non evocare dilemmi fondamentali: è giusto “non uccidere” anche quando si rischia di essere uccisi e combattere è il solo modo di difendere i nostri cari?


Padre Marco Giraldi è un uomo che incarna il quinto comandamento e le contraddizioni in cui può incorrere nel corso della storia umana, segnata dalla violenza e dalle guerre. È interessante notare come rispetto alle sue saghe precedenti, Manfredi attui un processo inverso: anziché pescare dal passato remoto un personaggio leggendario per rendercelo accessibile, ne racconta uno del nostro tempo, ignoto ma la cui biografia ha le connotazioni avventurose e anche mitiche di un Ulisse o un Alessandro. Il risultato è simile, ci regala una vicenda densa di avventura e di tematiche attuali fin da quando esiste l’uomo, dove politica e religione, individualismo e storia si incontrano e si scontrano. E ci lascia con una nota positiva: gli eroi e l’avventura non appartengono solo al passato, ma a ogni tempo.

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