MERCATI FINANZIARI: PERCHE’ IL PANICO SCATENA LE VENDITE
Abbiamo visto negli ultimi giorni i mercati azionari globali molto negativi. Segni rossi sugli indici e titoloni hanno capeggiato su molti giornali. L’aumento della corsa alle vendite ha condotto a una sorta di panic selling.

È comunque opportuno approfondire per capire meglio i motivi di questi movimenti consistenti.

Partirei dal concetto semplice della legge di domanda e offerta. Per qualsiasi bene, sia esso materiale o immateriale il mercato trova in ogni momento un prezzo. Il prezzo si trova dall’equilibrio della domanda di quel bene e dalla sua offerta. Se molte persone desiderano possedere un bene e la disponibilità è poca, il prezzo sarà alto, viceversa se sono in molti a volersi disfare del bene e nessuno lo vuole il prezzo tenderà a scendere. Ora il prezzo di un bene materiale come il pane tende ad avere poche oscillazioni nel tempo e la domanda non comporta forti oscillazioni di prezzo. Se pensiamo invece ad oggetti o prodotti stagionali, potremmo avere anche oscillazioni più consistenti. Vi sono poi mercati che hanno quotazioni costanti, pensiamo ai mercati finanziari. Essi riguardano: azioni, obbligazioni, titoli di stato, etc. che possono avere prezzi in continua evoluzione.

Negli investimenti finanziari si possono guardare i fondamentali, l’analisi in questo caso tiene conto di numerosi dati ed è costituita contemporaneamente da elementi qualitativi e quantitativi. L’aspetto qualitativo corrisponde in realtà alle caratteristiche di un impresa o di uno stato, i fattori e le risorse che possono portare a sviluppi futuri. L’analisi quantitativa, invece, tiene essenzialmente conto dei dati numerici i bilancio e lo studio del mercato in cui ci si muove.

La speculazione, invece, rivolge il suo sguardo più al breve termine, cerca opportunità rispetto a prezzi che ritiene, al momento, non congrui e cerca di ottenere vantaggi anticipando i movimenti futuri degli stessi. In sostanza chi specula cerca di anticipare i movimenti ottenendo risultati da aspettative legate a situazioni, notizie o tendenze.

Negli ultimi anni si sono poi sviluppati sistemi automatici che operano in modo meccanico rispetto ad indicazioni che sono impartite attraverso complessi programmi. L’evoluzione della tecnologia consente di elaborare quantità di dati inimmaginabili e prendere in considerazione innumerevoli variabili. Dalla combinazione di questi fattori automaticamente discendono delle decisioni di acquisto e vendita, quindi non dobbiamo immaginare che dietro a bruschi movimenti di mercato ci sia sempre un bottone spinto da un uomo, ma sempre più ci sono automatismi che determinano o seguono tendenze.

Ultimo fattore che vorrei citare è lo sviluppo e la crescita di masse che hanno acquisito fondi replicanti: ETF (Exchange Traded Funds), ETN (Exchange Traded Notes) e ETC (Exchange Traded Commodities). La quantità di denaro che questi gestori ormai detengono, sono in grado di influenzare il mercato. E il fatto che questi strumenti replichino in modo pedissequo gli indici hanno un effetto amplificatore nel bene e nel male. Essi possono spingere ulteriormente i mercati nelle direzioni che via, via intraprendono rendendo più difficile l’inversione delle tendenze.

Partendo da queste considerazioni è opportuno come sempre mantenere nervi saldi, la depressione come l’euforia sono spesso cattive consigliere nella gestione dei risparmi. Bisogna riportare l’attenzione sui motivi che ci hanno portato a pianificare le decisioni di investimento. Se invece una pianificazione non c’è stata, si può cogliere l’occasione per ragionare su come coniugare in futuro esigenze di vita e i propri denari.

Flavio Lodi
Private Banker