SEI DI CARPI SE

E’ meglio una dieta commerciale o casalinga per il cane e il gatto?
Spesso durante la visita ambulatoriale ci viene posta questa domanda da parte del proprietario, sempre più attento all’alimentazione del proprio animale. 
La risposta non è semplice e per scegliere una dieta adeguata al cane e al gatto bisogna prendere in considerazione tanti aspetti. Il primo è sicuramente il tempo e la disponibilità economica del proprietario, poi bisogna anche considerare la specie, l’età dell’animale, la razza, le preferenze alimentari e le intolleranze o i vari disturbi che possono avere.
Da molti anni siamo abituati al pet food pensato per tutti gli stadi fisiologici dell’animale (dallo svezzamento all’età anziana) e per le diverse patologie. Questi alimenti sono formulati a seconda delle esigenze nutrizionali dell’animale e le materie prime sono soggette a regolari controlli sanitari e derivano dalla filiera destinata all’alimentazione umana. 
Purtroppo però per colpa di una errata informazione mediatica questi alimenti commerciali sono stati messi in discussione e perfino si è arrivati a pensare (erroneamente) che possano essere causa di gravi malattie e addirittura di tumori ai nostri animali. Per questo motivo i proprietari sono sempre meno propensi a comprare gli alimenti commerciali e preferiscono scegliere loro stessi le materie prime da offrire all’ animale.
Questa ultima scelta può essere una valida alternativa ad un alimento commerciale solo se il proprietario si affida nelle mani di un esperto nutrizionista veterinario che ha tutte le conoscenze per formulare la dieta più adatta al singolo animale. E’ fondamentale quindi non seguire le linee guida dei numerosi siti web gestiti da persone sconosciute e spesso incompetenti che dispensano errate in formazioni. E' sbagliato anche pensare che il nostro animale possa mangiare quello che mangiamo noi (addirittura i nostri avanzi) come si faceva tanti anni fa . Se si sceglie la dieta casalinga è necessario avere del tempo a disposizione per pesare e cucinare le razioni da dare al proprio animale e sicuramente non si risparmia dal punto di vista economico. I gatti hanno palati più difficili rispetto al cane perciò cucinare per loro può essere spesso più difficile.
 Alimentare un animale con una dieta non correttamente bilanciata può causare con il passare del tempo gravi danni alla salute per colpa di carenze o eccessi di principi nutritivi.
Purtroppo poi ci sono anche le nuove tendenze alimentari che provocano ancora più confusione nei proprietari. Si sta assistendo ultimamente alla volontà di nutrire il proprio animale come il suo antenato (il lupo o felino selvatico) e quindi ecco qui la diffusione della dieta Barf ( cibo crudo biologicamente appropriato) costituita da ossa polpose, carne cruda, frutta e verdura.
Questa dieta ha delle criticità non tanto dal punto di vista nutrizionale (anche se si rischia spesso di provocare degli squilibri di calcio e fosforo nel cucciolo), ma per la sicurezza alimentare. Il ph gastrico dei carnivori non uccide i patogeni presenti nella carne cruda per cui questi vengono eliminati vivi con le feci provocando delle tossinfezioni da Salmonella, Campylobacter, E. Coli, ecc pericolose anche per l’uomo. Inoltre bisogna elencare i possibili danni dovuti all’ingestione di ossa quali lesioni orali e fratture dentali, ossa conficcate nella gola o nell’esofago, stipsi, ileo paralitico e perforazione intestinale.
Ci sono anche mangimi industriali che propongono una visione “ancestrale” del cane e del gatto offrendo diete senza glutine o senza cereali. La proteina del glutine è stata erroneamente paragonata a qualcosa di pericoloso non solo per l’uomo ma anche per l’animale, capace di provocare intolleranze alimentari o allergie. In realtà in letteratura i casi di celiachia nel cane sono rarissimi ed è presente in alcuni esemplari di Setter Irlandese e nel gatto è addirittura sconosciuta!
I mangimi “grain free” propongono al contrario tanto amido (piselli o patate) al posto dei cereali, ma in realtà non esiste alcun motivo scientifico per escludere i cereali a favore dell’amido se non per un’esigenza commerciale.
In conclusione non esiste alcuna evidenza che le diete casalinghe siano più sane di quelle commerciali.
E’importante affidarsi al buon senso e quindi farsi seguire da un nutrizionista veterinario se si sceglie la dieta casalinga o controllare l’elenco degli ingredienti ( consigliandosi con il veterinario) quando si pensa di acquistare un alimento commerciale per valutare la qualità del cibo senza cadere in strategie di marketing che non danno alcun beneficio alla salute degli animali da compagnia.
                                                                                                              
Veterinari Associati Dott.Guerzoni Dott.ssa Libardo