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Sei di Carpi se..

Materie prime o seconde?

Angela Righi • lug 09, 2021
Si è svolto l'8 Luglio scorso, l’evento "Moda, appuntamento con il futuro" organizzato da Lapam presso Bistrot 53 nel quale mi sono infiltrata per ascoltare l’intervento di Niccolò Cipriani, creatore del Brand Rifò, giovane azienda Pratese di abbigliamento ed accessori sostenibili, che seguo con interesse da tempo.
Giovanissimo, studi in economia, zero esperienza pregressa nel tessile, Niccolò ha avuto la sua “Damasco” durante un viaggio in Vietnam, paese tra quelli più attivi nella produzione massiva di capi di abbigliamento. E vedendo quella realtà fatta di sprechi, di diritti calpestati e di sovrapproduzione è nata in lui l’idea di Rifò (in Toscano vuol dire rifaccio), una start-up creata nel 2017 per un futuro sostenibile, seppur indissolubilmente legata alla tradizione tessile del passato: il riciclo.
La sua città, Prato, con una storia di “cenciaioli” alle spalle di oltre 100 anni, gli ha dato una mano a realizzare il suo progetto e oggi il Brand Rifò, che produce capi ed accessori di alta qualità realizzati con fibre tessili rigenerate e rigenerabili, è presente in oltre 160 negozi multibrand in Italia e all’estero oltre ad avere un' importante presenza nell’ e-commerce che rappresenta una parte sostanziale del fatturato.
Ha inoltre ottenuto la certificazione B Corporation un importante riconoscimento rilasciato alle aziende in base alle loro performance ambientali e sociali.

Secondo la filosofia del Brand pratese il sistema moda attuale non è più sostenibile perché porta inevitabilmente a consumare delle risorse preziose per produrre qualcosa che non verrà utilizzato se non in minima parte.  La soluzione sta nel riutilizzare degli abiti che altrimenti finirebbero in discarica o in un inceneritore, trasformandoli in nuove risorse. Moda circolare, ma anche etica sono le parole chiave di Rifò. Per ogni acquisto effettuato nello shop online infatti, 2 euro vengono donati a vari progetti del territorio locale che è possibile scegliere.
Naturalmente Rifò non è la sola attività ad avere intrapreso questo percorso tanto che le principali aziende produttrici di materie prime, si sono adeguate al futuro della moda sostenibile creando collezioni di filati e tessuti riciclati e/o rigenerati.
E se a Prato l'economia circolare è già la norma, a Carpi si inizia soltanto ora a parlarne.
La speranza è quella che alle parole seguano i fatti.
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