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La cura, tra ricerca ed equilibrio

Annalisa Bonaretti • mar 26, 2021
Uno studio recente indica l’ambiente come causa principale nella sclerosi multipla. Mario Santangelo, che da 25 anni cura questi malati nel Centro che ha costituito nel 1996 all’interno della struttura ospedaliera, suggerisce cautela e specifica che è una malattia multifattoriale

Annalisa Bonaretti

Il fatto che sia stato pubblicato recentemente su Neurochemistry International non significa automaticamente che lo studio dei ricercatori del Nico, l’Istituto di Neuroscienza dell’Università di Torino, sia esatto, ma di certo deve far riflettere. Grazie a un progetto pilota finanziato da Aism, Associazione Italiana Sclerosi Multipla, e Fism, la sua Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, le ricercatrici del Nico, Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi, hanno chiarito per la prima volta che l’esposizione alle PM, le polveri sottili che si respirano quando i livelli di inquinamento sono elevati, avrebbe effetti negativi sulle capacità rigenerative del tessuto nervoso, in particolare della mielina, il rivestimento degli assoni che, se danneggiato come avviene per la sclerosi multipla, comprometterebbe la trasmissione delle informazioni tra i neuroni. Uno studio che correla pesantemente salute e ambiente, che incolpa l’inquinamento come causa – sarebbe più corretto dire concausa – di una malattia tra le più temute anche perché, spesso, colpisce in giovane età.

Lo studio offre un richiamo alla positività, non fosse altro perché sostiene che, agendo su politiche ambientali e stile di vita, si fa prevenzione e può aiutare anche nella fase terapeutica.


La scienza procede per tentativi, errori, scoperte intuitive e altre frutto di un lavoro costante, ma va sempre riportata ai livelli concreti, insomma, secondo me sono poi i medici a contatto diretto con i malati a dover dire la loro. Con questo spirito ho chiesto l’opinione su questa ricerca a Mario Santangelo, direttore dell’Unità operativa di Neurologia del Ramazzini e responsabile dal 1996 dall’Ambulatorio Centro Sclerosi Multipla dell’Ospedale di Carpi. 

“L’ho messo su io insieme al professor Miele, allora primario di Neurologia, che mi diede i pazienti che aveva lui. Ricordo che, proprio in quell’anno, avevano permesso di prescrivere l’interferone, un farmaco che ha segnato una svolta nella malattia. Attualmente curiamo circa 300 persone; abbiamo a disposizione altri farmaci come gli immunosoppressori e gli anticorpi monoclonali. Sono farmaci che modificano il percorso della malattia che, così, tende ad avere un comportamento più benigno. La nostra ‘nuova Neurologia’ può contare anche sulla dottoressa Anna Maria Simone che apporta il suo contributo nella presa in carico dei pazienti. La sclerosi multipla – prosegue Mario Santangelo - colpisce prevalentemente le donne in un rapporto 2 a 1 con gli uomini, colpisce prevalentemente tra i 20 e i 40 anni, ma esistono anche forme tardive e forme pediatriche.


E’ una malattia cronica che, al momento, si può contrastare ma non ancora guarire, però convivere con la malattia ora è possibile”. Per quanto riguarda lo studio polveri sottili/sclerosi multipla, Santangelo è piuttosto scettico “essendo una malattia di cui un’eziologia vera e propria non c’è. E’ una malattia infiammatoria, diciamo del genere autoimmune, il fattore ambiente la può favorire, ma causare è un’altra cosa. In realtà questo studio non è nato sul niente, da 15/20 anni parlano di polveri sottili e incidenza della malattia o il suo riscatenarsi. Non sono uno scienziato, sono un medico che lavora quotidianamente in questo campo da 25 anni, posso affermare che uno dei possibili fattori di rischio sia quello ambientale, ma non vado oltre se non per sottolineare che possono esserci altri aspetti da valutare. Quello socio-economico e quello genetico-familiare, che è un’eccezione - aggiunge Mario Santangelo -; ritengo che anche quello ambientale abbia un ruolo, ma certezze assolute non ce ne sono.


Però il gradiente di latitudine Nord-Sud potrebbe svolgere una funzione. In Italia è la Sardegna la regione con il più alto tasso di incidenza. Secondo il Barometro Aism 2019, nel nostro Paese si stimano 122 mila casi (1 cittadino ogni 500), in Sardegna è il doppio (1 cittadino ogni 250); rimane l’incidenza a 3.400 nuovi casi all’anno (5-6 nuovi casi ogni 100 mila abitanti.

Ripeto, la sclerosi multipla è una malattia multifattoriale, un solo fattore non può scatenare la malattia”.

Come dire: va bene allargare gli orizzonti, valutare il ruolo dell’ambiente tirato in ballo sempre più spesso, ma evitiamo i fondamentalismi, soprattutto quando si parla di salute.

E adesso che si avvicina la Pasqua, ricordiamo le Mini-Colombe dell’Aism, perché il buono si abbina perfettamente al bene.

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