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Sei di Carpi se..

Quando una persona fa la differenza

Annalisa Bonaretti • mar 02, 2021
Dal 1° gennaio 2021 Mauro Manno è direttore dell’Unità operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia: in sette anni ha saputo trasformare un Servizio in un Reparto di livello nazionale

Annalisa Bonaretti

Quando è arrivato nel 2014 c’era ai Poliambulatori un Servizio diagnostico con una modesta operatività, il setting non era adeguato e solo uno come Mauro Manno poteva prendere in mano una simile realtà e farne un fiore all’occhiello, non solo del Ramazzini, ma della gastroenterologia ed endoscopia nazionale. Secondo i dati della Regione Emilia-Romagna, rappresenta il 10% dei ricoveri ospedalieri, va da sé che con un professionista come Manno si doveva creare un’Unità operativa con posti letto. Lui ha lavorato a testa bassa, ha fatto il possibile per avere con sé professionisti di livello e, con determinazione assoluta ma altrettanta pazienza, ha saputo aspettare il concorso, ovviamente vinto, e dal 1° gennaio 2021 è direttore dell’Unità operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia dell’Ausl, che vuol dire dirigere cinque strutture: oltre agli ospedali di Carpi, Mirandola, Pavullo, Vignola, la casa della salute di Castelfranco. Oltre a lui, 13 medici, 10 Oss, il resto sono infermieri, per un totale di 70 persone. Che Manno dirige con sapienza, valorizzando i collaboratori. 


“La mia idea di rete – spiega – è un pochino diversa da quella classica: non faccio ruotare quotidianamente i medici, un reparto ospedaliero non può essere uno stabilimento produttivo, è un head quarter dove ci deve essere almeno qualcuno di riferimento su quella sede e gli va data la possibilità di portarla avanti al meglio. Credo fortemente all’importanza di valorizzare i miei collaboratori, è questo il modo migliore per acquisire autostima. E una persona con autostima lavora meglio per sé, il gruppo in cui  inserita e soprattutto per i pazienti. Io – ammette – senza la mia squadra non sarei nessuno; sono ragazzi giovani, motivati, sono qui perché abbiamo capacità attrattiva e questo garantisce la buona professionalità. Il capitale umano, per me, è fondamentale. La mia visione ha come obiettivo il successo clinico, non quello tecnico, sono due aspetti differenti. Un intervento può riuscire perfettamente, ma anche un piccolo sbaglio di una Oss può rovinare tutto, perciò tutti devono essere all’altezza e considerati come parte determinate dell’insieme. Solo se ognuno fa bene il proprio pezzo si raggiunge il successo per il malato”.


Una visione a 360°, che va ben oltre a quello dell’endoscopia a cui eravamo abituati. “Quello – spiega Mauro Manno – è un momento tecnico essenziale della nostra attività, ma il paziente va fatto arrivare in sala operatoria nella miglior condizione possibile e dopo va seguito al meglio. Insomma, ci sono un pre, un intra e un post e tutti questi momenti sono importanti per ottenere il miglior risultato possibile”.

Interventi complessi Manno e la sua équipe ne fanno parecchi e la soddisfazione è tanta. “Anche recentemente abbiamo fatto un intervento davvero molto difficile, è andato tutto bene e il paziente è tornato a casa dopo un solo giorno di degenza; se al posto di un intervento in endoscopia si fosse fatto chirurgicamente il ricovero avrebbe richiesto circa due settimane di ospedalizzazione, i rischi sarebbero stai ben superiori e, diciamolo, anche costi molto elevati. In un periodo in cui le risorse non sono infinite, anche questo aspetto va salvaguardato. Non intendo dire spendere poco, ma spendere bene, e se si spende bene ci sono più risorse per tutti”.

Il bilancio di Mauro Manno è positivo nonostante il Covid abbia segnato il 2020. Durante l’anno concluso di recente, la struttura complessa che dirige è riuscita a trasformare le problematiche e le limitazioni legate alla pandemia in un’opportunità di crescita e miglioramento dell’offerta e dei servizi.


L’emergenza ha sicuramente influito sull’attività, causando una contrazione seppur lieve delle prestazioni nel complesso, ma ha segnato un punto di svolta importante per quanto riguarda l’appropriatezza delle cure offerte ai pazienti. 

Dati alla mano, si evince che nel 2020  le colonscopie di screening per il tumore del colon retto sono aumentate rispetto all’anno precedente di quasi 150 unità (1341 contro 1195). Gli esami endoscopici con urgenza B (garantiti entro 10 giorni) non si sono mai fermati, anzi, sono aumentati rispetto al 2019, cosi come nel complesso tutte le procedure di secondo livello, come le resezioni complesse (dissezione sottomucosa e resezione a tutto spessore, interventi per i quali la struttura complessa diretta da Manno è un riferimento nazionale), gli interventi sulle vie biliari (ERCP, colangioscopia e drenaggi ecoendoscopici), l’ecoendoscopia e il posizionamento di protesi, più che raddoppiati. Anche gli interventi in urgenza per patologie acute hanno visto un sostanziale incremento, registrando 231 interventi nel 2020, contro i 159 dell’anno precedente. Qualche miglioramento va apportato all’Agenda per le prenotazioni che a causa del Covid viene aperta ogni due mesi perché, spiega Manno, “stiamo seguendo la pandemia e così facendo non siamo costretti a spostare molti appuntamenti come invece era successo a inizio dello scorso anno. Le liste d’attesa, comunque, non sono lunghe, ma  cercheremo di migliorare ulteriormente anche questo aspetto”.


L’allestimento, presso l’Ospedale Ramazzini di Carpi, di un reparto di degenza gastroenterologica, ha permesso inoltre di triplicare in un solo anno la presa in carico di chi necessita di ricovero (330 contro 106) per sanguinamenti del tratto digestivo, pancreatiti, calcolosi biliare e malattie dell’apparato digerente in generale. Un vantaggio enorme per il paziente, che può avvalersi di un’assistenza di qualità specialistica, nel migliore contesto assistenziale possibile e con l’accorciamento del tempo medio di degenza.

Anche l’ambulatorio dedicato alla cura dei pazienti affetti da malattie infiammatorie croniche intestinali (centro accreditato IG-IBD, Gruppo Italiano per le Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali), dopo soli due anni dall’avvio (è stato istituito alla fine del 2018) vede crescere in modo importante la propria attività: sono 220 i pazienti presi in carico dall’ambulatorio nel corso del 2020, con 400 visite effettuate.

“Se si può trovare una conseguenza ‘positiva’ tra gli effetti causati dalla pandemia, è sicuramente l’aver accorciato i tempi per la diagnosi dei soggetti ad alto rischio – sottolinea Mauro Manno –. Il nuovo modello organizzativo sviluppato in Azienda, con la nascita degli ambulatori specialistici, il potenziamento dell’endoscopia in tutte le sedi aziendali, e l’istituzione della degenza gastroenterologica, consente un’offerta completa ai diversi livelli di complessità delle malattie dell’apparato digerente. Una maggiore collaborazione con i medici di Medicina Generale, che svolgono un ruolo fondamentale nell’indirizzare il paziente alle cure più appropriate, anche attraverso nuove forme come la telemedicina e il progetto aziendale specialist-on-call, ha consentito di affinare l’appropriatezza alle cure, garantendo così le prestazioni all’utenza che presenta maggior rischio di avere una patologia. Gli sforzi organizzativi fatti da tutta l’équipe che dirigo ci hanno comunque consentito di ottimizzare tempo e risorse, garantendo la presa in carico dei pazienti con patologie gravi”. 

Da quel poco che c’era in sette anni Mauro Manno ha saputo creare una realtà che in tanti ci invidiano, ma a lui, leccese con casa a Modena, Carpi non sta stretta. “Ho tutto quello che potrei desiderare, anche a livello tecnologico non abbiamo nulla da invidiare a qualcuno. Quando poi avremo il nuovo ospedale, costruito con criteri moderni, avremo veramente il massimo”. Noi, con lui, lo abbiamo già.

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