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Il giro della Verità

Gisella Sillingardi • gen 15, 2021
Il libro consigliato

Gisella Sillingardi

Il giro della Verità

Non mi spiego ancora il motivo, ma mi è stato chiesto di scrivere qualche consiglio di lettura. Premetto, non ho le competenze, non ho fatto il Classico e nemmeno Lettere all’Università. Mi definisco una lettrice emotiva, poco critica, assolutamente non attenta ai dettagli tecnici della scrittura, ma capace di emozionarsi fino a piangere o di sommergersi in mondi paralleli dai quali a volte vengo tenuta prigioniera a discapito della vita vera.
Quindi quello che proverò a fare in questa “rubrichetta” sarà raccontarvi le mie letture, senza pretese di illuminare l’universo con i miei pensieri.

Sto leggendo Il giro della Verità di Fabio Bonifacci (Solferino editore, € 17) e già parto con il piede sbagliato perché non l’ho ancora terminato, manca poco in realtà, ma mi ha catturata nonostante l’argomento non mi abbia mai interessato.
Quindi inizio a recensire un libro non ancora finito e che tratta di una tematica che mi è indifferente. Sono pazza, probabilmente. 
Complice il lockdown, questo tempo sospeso in cui le giornate paiono riservare spazi e tempi riconquistati, mi sono dedicata ad attività manuali, fisiche, culinarie e intellettuali, diciamo così anche se mi fa un po’ sorridere. Tra queste ho partecipato ad alcuni incontri di scuole di scrittura sulla piattaforma Zoom e sono incappata fortunosamente in una lezione del bolognese Fabio Bonifacci, classe 1962. Non conoscevo la sua fama, mi ha ricordato subito un ex collega ma era decisamente più simpatico, come di solito lo sono i bolognesi. In sua compagnia ho trascorso un’ora piacevole e inaspettata. Non è stata la solita pizza in cui a volte ci si imbatte, con autori pseudo-intellettuali pronti a incensarsi, ma una chiacchierata tra amici, mentre lui si fumava una sigaretta dietro l’altra e rispondeva alla mamma al telefono “perché alla mamma si risponde sempre”.
Ho scoperto così che Bonifacci è uno dei più prolifici sceneggiatori italiani, mica uno qualunque se si va a curiosare sul suo sito web: “Mio fratello rincorre i dinosauri”, “Benvenuto Presidente” e altri. Una trentina di titoli. Tutte commedie, un genere che non amo.
E allora perché mi ostino a voler recensire il suo romanzo? 
Perché mi è piaciuto lui come persona, perché sentirlo parlare del suo mondo mi ha incantata, perché è simpatico e perché ha messo a disposizione online un corso gratuito (gratuito!) di scrittura creativa. 
Quindi mi sono sentita in obbligo di prenotare il suo libro, glielo dovevo. Credo che nella vita esistano delle regole e questa è una delle mie: ricambio i favori. 
E sono stata fortunata perché è una lettura sorprendente anche se sulla carta l’argomento mi lasciava indifferente. E adoro anche venire smentita nei miei pregiudizi mentali. Quindi nuovamente grazie.

Il romanzo è scritto con grande mestiere, ti tiene agganciato, scivoli dentro i personaggi, senti che la voce è autentica. Durante la chiacchierata Fabio ha svelato alcuni retroscena del lavoro di ricerca che ha svolto per affrontare un tema anche a lui sconosciuto ed è stato interessante conoscere i retroscena della creazione della trama.
La storia narra di una caduta nell’inferno delle droghe sintetiche (MDMA) da parte di un ragazzo, Lele, che come un sassolino inizia a ruzzolare felice a valle fino a diventare una frana capace di spazzare via tutto, svelando i segreti delle famiglie, le bugie stratificate, le vite parallele di una gioventù fragile e strafottente al contempo.
Il romanzo si legge d’un fiato, vira dalla commedia brillante al thriller, nella narrazione tutto è necessario e nulla è lasciato al caso. Si apprezzano il mestiere dietro alle parole, il profondo rispetto per i personaggi, l’architettura perfetta della trama, il rimando nascosto e per nulla saccente ai grandi classici della letteratura e al meccanismo del “viaggio dell’eroe”. 
Nessuna retorica ma tanta compassione
E’ un viaggio nel grande buco nero dell’adolescenza, come lo farebbe uno che ricorda bene i patimenti d’amore, le complesse dinamiche a scuola, il senso di inadeguatezza, la voglia di crescere, il sentirsi prigionieri di un ingranaggio soffocante. 
Un libro che dovrebbe essere letto in classe. 
E come ci ha spiegato Fabio nella lunga chiacchierata, se durante la lettura ci chiediamo “e poi cosa succede?” significa che l’autore ha fatto centro. E questo è quello che mi sta capitando ogni volta che giro pagina.

Da questo romanzo sarà presto tratta una serie televisiva.
Per chi avesse curiosità consiglio di leggere la scarna biografia di Fabio Bonifacci:
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